Come si potrebbe fare una buona piadina senza cuocerla sulle teglie ???.........impossibile !!!.........
La piadina romagnola, dal suo inconfondibile profumo , come tutte le cose buone , ha un suo segreto e questa volta non è un ingrediente, ma bensì come viene cotta.
Il pane di noi romagnoli , viene infatti preparato su dei piatti di terracotta o ghisa , le quali sono teglie particolari che danno quel gusto di autentico, antico e naturale alla piada.
Queste teglie conosciute meglio da tutti col nome " testo " , sono degli arnesi da cucina molto antichi, ma che ancora oggi battono i più moderni sistemi di cottura tradizionali.
La piadina va cotta nell'apposita teglia, chiamata testo, un disco di argilla che diffonde il giusto calore una volta messo sul fuoco. Il testo non va unto, e nemmeno pulito dopo la cottura: basta una spazzolata con l'apposita scopetta di saggina.
La prima volta che viene usato, il testo va temprato sul fuoco basso, cosparso di una manciata di crusca che va lasciata abbrustolire.
Infatti, cotta sul testo , la piada ha una differenza di gusti e aromi che la rendono diversa e speciale da una cotta su una piano riscaldato moderno. La teglia, o testo, ha la forma rotonda , dai bordi rialzati, il materiale che viene utilizzato per la loro realizzazione, è principalmente un impasto di argille, quando vogliamo un testo di terracotta , altrimenti quella più usata nelle nostre case , è realizzato in alluminio , ricoperto di un materiale antiaderente , come il teflon.
☼ ♣ •*´¯`*•♣ ☼ UN PO' DI STORIA ☼ ♣ •*´¯`*•♣ ☼
Il testo romagnolo che è nato in Romagna per fare le piadine , era riconosciuto e rinomato in Romagna già dal 1500 , benchè le metodologie di produzione variassero da zona a zona.
La produzione di un testo era molto lunga e partiva dalla preparazione dell'impasto che generalmente era composta da argilla rossa, facilmente recuperabile sulle colline della bassa Romagna, e sasso di marmo polverizzato impastati con acqua. Una volta che l'impasto era ben amalgamato veniva posto su di un piano ruotante (cosparso di cenere per evitare che vi si attaccasse ed azionato con i piedi) per essere sagomato in dischi di 35-40 centimetri di diametro sul cui bordo veniva aggiunto un piccolo orlo rialzato. Successivamente si procedeva all'essiccatura (stagionatura) che, a secondo delle condizioni climatiche, durava dalle due alle sette settimane. Ultima fase era la cottura che poteva avvenire "al chiuso" (in forno) o "all'aperto" e durava da un minimo di otto fino ad un massimo di dodici ore .
Una volta raffreddato si poteva valutare la bontà del testo percuotendolo con le dita (un buon testo doveva "suonare" come una campana).
La distribuzione era affidata ai "venditori di testi" o "fornacini" che raggiungevano i centri abitati della Romagna, dalla collina alla riviera, trasportando i testi in spalla o sulla schiena dell'asino dentro gli scranel per venderli nei mercati paesani.
............Tornando ai giorni nostri , una ditta riminese , ha creato con il nome " IL TESTO ROMAGNOLO ", una teglia che , oltre ad essere indispensabile per cuocere questa specialità', può arrostire e grigliare qualsiasi tipo di cibo in maniera assolutamente dietetica per tutti , senza l'uso di olio e grassi , eliminando totalmente lo spiacevole inconveniente del fumo provocato dai grassi che soffriggono.
L''unica attenzione che bisogna avere per utilizzare nel modo migliore il " TESTO ROMAGNOLO " è il seguente : va fatto riscaldare qualche minuto prima dell'uso a fiamma vivace, poi si metterà il cibo sul testo , abbassando poi la fiamma a fuoco medio.
Con questo testo particolare possiamo grigliare le verdure , cucinare il pesce e la carne , fare delle ottime crepes . Con l'uso della campana di vetro termico , in dotazione , possiamo trasformare e utilizzare il testo anche per fare i dolci che non lievitano , e la pizza.
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Posso certamente garantire che avere in casa questo testo , oltre ad aiutarvi in cucina , avete anche la possibilità di cuocere come si deve la classica piadina............il sapore delle cose buone............
13 dicembre 2007
IL SAPORE DELLE COSE BUONE
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2 commenti:
Io conosco solo il baccalà...che è più affine a me...ma me gusta tutto quel che vien dalla Romagna... , ..mandi mandi ...Loris...
Gisè, ancora co' 'sta storia? Ma ti sei proprio messa d'impegno per farci prender peso? O cambi argomento o non ti commento più: mi fai ingrassare ad ogni lettura! Baci, baci
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